Origine del presepe
Le origini del Presepe sono sicuramente cristiane e risalgono alla tradizione, (del II secolo dopo Cristo), di commemorare la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, nella quale si credeva che egli fosse nato. Nel Vangelo di San Luca si racconta che la Madonna, dopo aver partorito, avvolse il piccolo nelle fasce e lo mise in un "praesepe", cioè in una mangiatoia, il che farebbe pensare ad una stalla.
Nei Vangeli Apocrifi si parla invece di una grotta e compaiono un bue e un asinello, messi accanto al bambino per riscaldarlo col loro fiato. La rappresentazione simbolica della nascita di Cristo ebbe un grande successo popolare. I monaci cistercensi furono i più accaniti fautori del Presepe, perché sostenevano l'importanza di far conoscere bene alla gente tutte le fasi della vita di Gesù.
L'invenzione del Presepe come noi lo conosciamo è invece attribuita a San Francesco. Nella notte di Natale del 1222, San Francesco d'Assisi si trovava a Betlemme, dove assistette alle funzioni liturgiche per la nascita di Gesù. Ne rimase talmente colpito che tornato in Italia chiese a Papa Onorio III di poterle ripetere il Natale successivo. Ecco allora nel dolcissimo scenario di Greccio, in provincia di Rieti, il 25 Dicembre 1223, San Francesco con l'aiuto di pastori, contadini, nobili e frati del luogo, diede vita alla prima rievocazione della Natività all'interno di una grotta, dove fu posta una greppia riempita di paglia con accanto un asino ed un bue. L'episodio fu magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco che orna la Basilica Superiore di Assisi.
Il primo esempio di presepe inanimato, con statuine che raffigurano scene e personaggi della Natività, si deve invece ad Arnolfo di Cambio nel 1823. Alcune delle figure, i tre Magi, San Giuseppe, il bue e l'asinello, sono giunte fino a noi e sono conservate nella Cripta della Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore a Roma.
Inizialmente i presepi con figure di legno o di terracotta, disposte davanti ad un fondale dipinto, venivano allestiti principalmente nelle chiese e nei luoghi sacri. Solo verso la metà del '400 queste rappresentazioni cominciarono ad essere allestite anche all'interno delle case, dove ai materiali tradizionali si aggiunsero la cera e la più preziosa porcellana. È nel '700 con i presepi napoletani che la rappresentazione della Natività raggiunse il suo culmine, particolarmente ad opera di Carlo III di Borbone, sovrano mecenate, che farà conoscere a Napoli una meravigliosa fioritura culturale ed artistica, della quale l'arte presepiale costituirà una delle espressioni più alte.
Il presepe di questo secolo é una nuova forma di spettacolo, con vere e proprie riproduzioni della vita quotidiana dell'epoca. Erano descritti indifferentemente gli storpi e i diseredati, l'opulenza dei nobili orientali e delle loro corti, l'osteria con l'avventore e l'oste, simboli di bonomia del popolo. Il tutto con grande ricchezza di sete e stoffe, gioielli, ori e argenti. Sempre di questo periodo é la trasformazione delle statue in manichini di legno con gli arti in fil di ferro, facili da modellare per dare l'impressione del movimento. L'abbigliamento riproduceva quello dell'epoca e ogni figura era minuta di strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati. Tutto era riprodotto con scrupolosa esattezza fin nei minimi particolari... dopo Napoli é la Liguria a vantare una delle più lunghe tradizioni presepiali.
Come a Napoli il presepe privato finì per costituire un arredo di valore, che offriva l'occasione di far sfoggio di ricchezza... orafi, argentieri cesellatori, armaioli e stuccatori, ebanisti, indoratori, si dedicarono a quest'arte. Altrettanto minuziosa la cura nella confezione degli abiti, tra il '600 ed il '700 numerose dame della nobilita', per svago, si dilettarono nel vestire di trine i propri pastori ...
Fonti e ringraziamenti:
Rivista T'IMMAGINI e LA STORIA DEL PRESEPE di Paola Mastrorilli e Devon Scott